Feroleto della Chiesa
FESTA PATRONALE
San Nicola di Bari
DATA DELLA FESTA PATRONALE
6 dicembre
DESCRIZIONE DELLA FESTA PATRONALE
Festa del patrono San Nicola di Bari il 6 dicembre, con processione per le vie del centro storico. Altre processioni si svolgono in onore della Madonna del Carmine la seconda domenica di agosto e di San Rocco il 16 agosto.
La festa più importante del comune è quella per San Biagio, nella frazione Palesano, con il pellegrinaggio del 3 febbraio con le classiche immancabili tre girate attorno alla chiesa che costituiscono una delle più genuine e schiette tradizioni di fede della gente di Calabria.
Una volta, a Palesano, il 3 febbraio era un continuo confluire di massari sul loro caratteristico carro tirato dai buoi i quali, senza scendere dal rudimentale mezzo di trasporto e prima di entrare in chiesa a venerare e ringraziare il santo, come tutti gli altri pellegrini, si affrettavano a compiere tre giri attorno alla modesta chiesetta.
Per tutto il giorno è un girare continuo di persone, giunte soprattutto in macchina e a piedi dai paesi vicini.
“E’ un girare uguale e lento come dell’asino legato alla stanga del pozzo, regolare comee di un satellite intorno al suo pianeta”, scrisse Fortunato Seminara.
I giri non si devono interrompere. La cerimonia dei tre giri, infatti, non sembra doversi intendere come “deposizione attorno alla chiesa dei mali e della cattive influenze” ma ha solo il significato di omaggio doveroso al santo il quale, però, secondo un’antica credenza popolare, si vendicherebbe con coloro che non si curassero di compiere l’atto di omaggio. I giri devono essere tre perchè nella simbologia cristiana il numero tre rappresenta la trinità. Secondo alcuni studiosi, invece, i tre giri attorno alla chiesa sono da collegare alle tre apparizioni di Cristo a San Biagio, la notte precedente il suo arresto e il suo martirio.
Fra gli aspetti del culto di San Biagio, ricollegabili a episodi della sua vita, il più importate è quello del taumaturgo per le malattie della gola che trae origine dal noto miracolo della spina di pesce e dall’orazione che il martire avrebbe fatto prima di morire chiedendo a Dio di risanare da questa malattia chiunque l’avesse pregato in suo nome. A San Biagio viene anche attribuita la facoltà di guarire i mali di ventre. A Palesano tutti i pellegrini arrivano muniti di un frammento di tegola “u straku” che, provvedono a mettere in contatto con la statua del santo. Lo stesso frammento viene dunque portato a casa per applicarlo al ventre dei bambini in caso di necessità. In questa evenienza il dolore scomparirà.
Perchè proprio un frammento di tegola? Pare che fino al1783 i pellegrini portassero un intero mattone. Il terremoto di quell’anno, però, era il 5 febbraio, ridusse tutte le abitazioni della zona in un ammasso di macerie, sicchè l’anno successivo, i fedeli, anche in segno della loro precaria situazione di vita, portarono a Palesano per la consueta benedizione, un piccolo frammento di tegola.
Nelle prime ore del pomeriggio, tra canti, scoppi di fuochi pirotecnici e scamanii, accompagnato da una marea di pellegrini, San Biagio fa ritorno in chiesa. Ultimati i tre giri, seppur sfiniti, i portatori riescono ancora a trovare le energie per gridare ” Viva San Biagio” e far scomparire la statua all’interno della chiesa, passando tra la folla di fedeli con un rapido sobbalzo.